Dodici
ragazzini erano raccolti in cerchio intorno a quell'insetto. Nessuno voleva
toccarlo ma tutti l'osservavano incuriositi. Era verde e aveva una testa
strana, sembrava un alieno.
Laura, una
delle ragazzine più grandi si fece avanti per prenderla in mano.
<<Si
chiama mantide religiosa. Mia madre mi ha detto che una volta una è entrata in
casa e lei l'ha presa e messa in giardino.>>
<<E' soltanto
uno stupido insetto.>> Luca era il più grande di tutti, faceva le medie
ma andava al parco a giocare con i ragazzini più piccoli.
<<Non
è stupido, tu lo sei.>>
<<Le
femmine sono stupide, e tu lo sei quindi sei tu la stupida.>>
<<Le
femmine non sono stupide, nemmeno gli insetti. Solo i bulli come te sono
stupidi.>>
Luca non
sopportò altro e si lancio sulla povera Laura che non poteva vincere contro un
avversario più grande. Perse l'insetto dalle mani e fu buttata a terra.
Luca la
guardava trionfante, mentre lei tentava di alzarsi. Ma subito veniva spinta
ancora a terra.
Aveva tutti i
vestiti sporchi ormai.
Gli altri
ragazzini non si mossero. Erano spaventati temevano di far arrabbiare Luca.
<<Lasciami
in pace!>>
<<Se
no cosa fai, vai dalla mammina a piangere?>>
Laura non
rispose, aveva gli occhi pieni di lacrime in effetti, ma non voleva dare
soddisfazione a Luca. Trattene tutto e aspettò che lui si stancasse.
Quando Luca
non ebbe più voglia di spingerla lei si alzò. E si diede una pulita.
Recuperò
l'insetto e lo portò lontano da tutti, per lasciarlo libero in una zona
isolata.
Tornò a casa
da sola, nessun amico voleva accompagnarla ora che Luca c'è l'aveva con lei.
Quando aprì
la porta sua madre era in cucina intenta a cucinare.
<<Mamma.>>
Si presentò
davanti a lei con il viso pieno di lacrime.
Sua madre
non disse nulla, si limitò a togliersi il grembiule e poi si inginocchio per
abbracciarla.
Quel
semplice gesto la calmo e grazie ad esso tornò ad essere più serena.
La portò su,
a cambiarsi prima dell'arrivo di papà. Dopo di che aspettarono che arrivasse
per accoglierlo come sempre insieme. Lui diede un bacio a tutte e due e poi si
sedettero a mangiare.
Dopo cena la
mamma aspetto che papà andasse a letto, troppo stanco quel giorno per resistere
ancora, e si sistemò con Laura per parlare di cos'era successo.
Lei in parte
aveva già dimenticato tutto. Durante la cena il papà non aveva fatto altro che
raccontargli storie buffissime, e l'abbraccio ricevuto prima dalla mamma aveva
già fatto passare gran parte del dolore.
Ma lo stesso
si sforzò di raccontare a mamma ogni cosa.
Dopo aver
finito disse.
<<Io
odio Luca. E' un bullo e ci tratta sempre male.>>
La madre la
blocco prima che potesse dire altro.
<<Su
su tesoro. Non devi dire queste cose, odiare è sempre sbagliato.>>
Le diede un
altro abbraccio, lei ricambiò la stretta. Contenta di essere al sicuro.
Il giorno
dopo Laura stava tornando al parco. C'erano tutti tranne Luca. Lei all'inizio
si sentì felice della cosa, si avvicinò agli altri e iniziò a giocare.
Dopo poco
però, i ricordi del giorno precedente tornarono. E si senti sola in mezzo a
quel gruppo di compagni.
Nessuno
l'aveva difesa.
Senza dare
nell'occhio si allontanò per restare sola.
Mentre
passava vicino ad un cespuglio senti delle voci.
Guadando
oltre vide Luca seduto accanto a due donne che parlavano. Lui fece per alzarsi
ma una delle donne lo blocco.
<<Dove
vai?>>
<<A
giocare.>> Sembrava cosi diverso, cosi piccolo e spaventato.
<<Non
vai da nessuna parte. Resta qui. Fra un po' arriva quell'idiota di tuo padre e
ce ne andiamo.>>
<<Ma
mamma.>>
La donna
alzò la voce <<Zitto! E resta seduto.>>
Luca si
sedette, ma si vedeva che non aveva voglia. Si vedeva anche che era pronto a
piangere.
Laura resto
ancora un po' a guardalo. Lo trovava molto diverso rispetto a com'era il giorno
prima.
Qualche
minuto dopo arrivò una macchina fuori dal parco, vicino al cancello. Iniziò a
suonare e Luca e sua madre si alzarono per raggiungerla.
Mentre
partiva Laura sentiva le voci dei genitori di Luca che litigavano, corse fino
al cancello per vedere la macchina allontanarsi. Dal retro della macchina si
vedeva la figura di Luca che teneva le mani sulle orecchie.
Nei giorni
seguenti al parco tutto tornò alla normalità. Sempre lo stesso gruppo
continuava a giocare. Luca non sembrava cambiato. Dettava legge con la sua
solita prepotenza.
Eppure Laura
non lo odiava più. Anzi si sentiva triste per lui.
Ogni tanto
continuava a spiarlo dal suo cespuglio. Dato che quando non era a giocare con
loro, era sempre seduto accanto a sua madre che lo costringeva a stare li con
lei mentre aspettavano il padre.
Un giorno
tra le tante conversazioni ascolto una in merito al suo compleanno.
<<Mamma
vorrei una festa come regalo.>>
<<Non
se ne parla, ti sei comportato male con i tuoi compagni di classe. Le altre
mamme non vogliono nemmeno che giochi con i loro figli. Mi hai fatto escludere
solo perché sei una piccola peste, come tuo padre. E poi non verrebbe nessuno.>>
Luca non
disse nulla. Si limitò ad abbassare la testa e a piangere in silenzio.
Laura non
sopportava quella situazione. Dopo quel giorno divenne sempre più gentile con
Luca, che al contrario iniziava a chiudersi sempre di più.
Era meno
scontroso con i compagni di giochi, ma quando si arrabbiava non esitava a
picchiare tutti.
Il giorno
prima del suo compleanno se ne stette da solo, non giocò con nessuno. Resto
seduto a guardarli.
Laura
soltanto fu scontenta di quel suo comportamento.
Quando torno
a casa andò dalla mamma per chiedergli un favore.
<<Mamma
ti ricordi di Luca?>>
<<Si
certo. Che cosa è successo, avete litigato ancora?>>
<<No.
E' solo che sono triste per lui. Avevi ragione a dire che non dovevo
odiarlo.>>
Laura
raccontò alla mamma ogni cosa. E in più gli disse come si sentiva. Lei non
pensava che una mamma e un papà potessero trattare un figlio in quel modo. Ero
molto triste, e lei lo era tanto.
Il giorno
del compleanno di Luca andò come il precedente. Lui restava a fissare gli altri
che giocavano. Poi decise di alzarsi e a quel punto Laura si avvicinò.
<<Luca
verresti a casa mia un attimo. Mia mamma deve darti una cosa.>>
<<Cosa?>>
<<E'
una cosa per tua mamma.>>
Laura sapeva
che Luca non avrebbe rifiutato un invito come quello.
<<Ok,
ci vengo ma non dirlo agli altri.>>
Senza farsi
notare andarono insieme a casa di Laura, che sembrava molto felice.
Appena Laura
aprì la porta Luca si sorprese.
C'erano dei
palloncini in casa.
Laura lo
prese per mano e lo portò in cucina. Li la mamma di Laura stava mettendo una
torta sul tavolo. Appena lo vide si fermò.
<<Tu
devi essere Luca. Tanti auguri mio caro.>>
<<E'
vero tanti auguri Luca.>> Laura gli salto al collo per dargli un
abbraccio.
<<Allora
siediti, ci mangiamo la torta. E' il nostro regalo. Oltre alla festa, anche se
saremo solo in tre. Poi arriva anche mio marito così non sarai il solo
maschietto.>>
Luca non ci
stava credendo.
Per la prima
volta in vita sua pianse dalla gioia.
Dopo quel
giorno Luca cambiò. Lui e Laura divennero migliori amici. Gli altri non
capirono mai come mai fosse cambiato. Ma non si lamentarono, anzi ne furono
felici.
Luca da
bullo divenne il loro difensore. Ogni tanto era cupo, ma quando arrivava al
parco dopo un poco giocando con Laura e i suoi amici tornava a ridere.
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