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martedì 10 dicembre 2019

#Tralepieghedeltempo (Episodio 2°) Ti ricordi quella volta?

Settantacinque anni di Regno.
Non non stiamo parlando della Regina Elisabetta ma di Ramses II, uno dei monarchi più importanti della storia Egiziana, presente nella bibbia (non in termini lusinghieri). Oltre alla durata del suo regno, e della sua vita (morto a circa 90 anni per intenderci, se pensiamo che anche oggi sarebbe un risultato degno di nota figuriamoci 3000 anni fa) anche il suo aspetto era degno di nota. Pare fosse alto oltre 180 e che sfoggiasse una capigliatura rossa (nell'antico Egitto era rarissima).
Ma perché parlare di lui?
Perché vorrei parlarvi della Battaglia di Qades. 
Questa battaglia è stata davvero significativa per la storiografia. E' il primo riscontro storico di una battaglia (e conflitto) ricostruibile tramite documenti scritti. Se ci pensate è una cosa davvero stupefacente per chi ama la storia. Per la prima volta accade che due popoli si scontrino e documentino questo conflitto.
La cosa più interessante però sono le motivazioni per qui ciò avvenne.
I due regni più potenti dell'epoca si scontrano, quello Ittita e quello egiziano e le fonti non sono molto chiare su chi vinse quella battaglia.
Quello che sappiamo è che dopo quella battaglia si giunse ad un accordo i cui termini sono arrivate fino a noi (il documento arrivato fino a noi in più copie scritte sui materiali più vari, la cosa interessante e che alcuni esemplari sono scritti su fogli d'argento, metallo che nell'antico Egitto era molto più prezioso dell'oro).
Quello è il primo trattato di pace mai rivenuto nella storia.
Ok ancora non si capisce dove voglio arrivare. Voglio parlarvi del trattato in se? Dei suoi termini specifici, voglio parlare della battaglia come si svolse, o voglio parlarvi di alto?
Si di altro, più precisamente di propaganda politica.
Vedete, noi ci immaginiamo faraoni, imperatori, re antichi come sovrani assoluti.
Beh non è sempre oro ciò che luccica. Dionigi di Siracusa lo insegna a Damocle in modo chiaro.
In ogni contesto storico c'è e ci sarà sempre qualcuno che trama contro i potenti, e spesso cerca il favore e l'appoggio del popolo conscio del fatto che sia il modo più sicuro per togliere di mezzo il sovrano in questione.
Quindi ogni sovrano cosa cerca di fare nel corso del proprio regno? Rafforzare la propria posizione, in ogni modo possibile. C'è chi usa il pugno di ferro e la forza delle armi, chi si avvale di spie ricatti e altri metodi più sottili, chi semplicemente stermina ogni possibile rivale, e chi usa la propaganda (spesso in un contesto religioso).
Ora torniamo a Ramses. Gli storici ritengono che la battaglia la vinse lui, anche se non fu proprio una vittoria schiacciante. Forse una vittoria di Pirro, con forti perdite e difficile da mantenere e sfruttare.
Ma alcune testimonianze parlando di una vera e propria disfatta Ittitia. Dall'altro verso documenti Ittiti attestano che la sconfitta fu degli egizi. A chi credere? Beh la verità sta in mezzo ovviamente ma non è questo il punto.
Ramses a differenza di Muwatalli (il sovrano Ittita che fu suo avversario) ad un certo punto si ritrovò in una bizzarra condizione. Era infatti l'unico testimone vivente di quello scontro. Tutti gli altri erano morti.
Quindi analizziamo la situazione. Sei un faraone (quindi la tua opinione e le tue parole sono le più importanti dell'Egitto) e sei l'unico testimone di quello scontro. Nessuno anche di nascosto parlando al bar potrebbe dire ''io c'ero è andata così''. Quindi tu che fai? Racconti la tua semplicemente.
Esalti il tuo regno, il tuo potere e la tua potenza. I tuoi cittadini credono ancora in te nonostante l'età, pensano ancora di più che sei il sovrano degno e nessuno oserebbe sfidarti.
Propaganda politica antica.
Ora se ci pensate questa cosa nella storia si ripete sempre ed è una cosa che bisogna sempre mettere in contro quando si parla di un regno.
Vi faccio un esempio (sempre antico, non voglio parlare di contesti moderni perché mi sale la bile)
Caligola e Nerone, due imperatori romani che tutti conosciamo.
Quando si parla di loro la prima cosa che ci viene in mente è la pazzia, l'abuso di potere, gli eccessi e la distruzione.
Ma è davvero così? Esaminiamo la cosa.
Partiamo da un contesto linguistico. Vale a dire la lingua latina. Sappiamo che la lingua latina aveva due versioni. Vale a dire quella altolocata e quella volgare. I contesti in cui veniva usata sono chiari. Una era parlata dalla plebe e non abbiamo moltissime testimonianze scritte di essa (le scritte sui muri antichi sono le più frequenti) e poi c'è quella colta, quella della classe patrizia, usata nei documenti ufficiali e ancora più nelle opere degli autori antichi.
Quindi, se pensiamo a questo cosa possiamo dedurre? Che le testimonianze romane antiche, sulla storia e sulla cultura sono scritte da persone colte e allo stesso tempo appartenenti a questa classe.
Ora se pensiamo alle testimonianze che parlano dei due imperatori possiamo notare che chi scriveva di loro non era esattamente un pezzente. I biografi contemporanei dei due e quelli postumi appartenevano spesso alla classe senatoria che sempre di più era avversa agli imperatori romani.
Quindi non ci dobbiamo meravigliare se spesso i racconti delle loro scelleratezze sono esagerati e minuziosi.

Tutto sto discorso per dire cosa?
Semplice. Se studiate la storia non dovete prendere come esempio solo una testimonianza. Dovete analizzare una miriade di fattori. E dovete prendere in considerazione tutto. Dai testi scritti alle prove archeologiche. Dovete leggere della campagna militare di questo o quel re, valutare le armi dell'epoca, esaminare la dentatura di uno scheletro, valutare la qualità della ceramica di questa o quella regione.
Il lavoro dello storico è complesso e spesso poco chiaro. Sinceramente parlando io lo trovo affascinante perché ti permette di esplorare più campi di studio, dalla chimica all'antropologia alla matematica.
Voi che visione avete della storia?

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