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martedì 8 novembre 2016

Racconti 2# (La crescita di Laura- Il bullo)


Dodici ragazzini erano raccolti in cerchio intorno a quell'insetto. Nessuno voleva toccarlo ma tutti l'osservavano incuriositi. Era verde e aveva una testa strana, sembrava un alieno.
Laura, una delle ragazzine più grandi si fece avanti per prenderla in mano.
<<Si chiama mantide religiosa. Mia madre mi ha detto che una volta una è entrata in casa e lei l'ha presa e messa in giardino.>>
<<E' soltanto uno stupido insetto.>> Luca era il più grande di tutti, faceva le medie ma andava al parco a giocare con i ragazzini più piccoli.
<<Non è stupido, tu lo sei.>>
<<Le femmine sono stupide, e tu lo sei quindi sei tu la stupida.>>
<<Le femmine non sono stupide, nemmeno gli insetti. Solo i bulli come te sono stupidi.>>
Luca non sopportò altro e si lancio sulla povera Laura che non poteva vincere contro un avversario più grande. Perse l'insetto dalle mani e fu buttata a terra.
Luca la guardava trionfante, mentre lei tentava di alzarsi. Ma subito veniva spinta ancora a terra.
Aveva tutti i vestiti sporchi ormai.
Gli altri ragazzini non si mossero. Erano spaventati temevano di far arrabbiare Luca.
<<Lasciami in pace!>>
<<Se no cosa fai, vai dalla mammina a piangere?>>
Laura non rispose, aveva gli occhi pieni di lacrime in effetti, ma non voleva dare soddisfazione a Luca. Trattene tutto e aspettò che lui si stancasse.
Quando Luca non ebbe più voglia di spingerla lei si alzò. E si diede una pulita.
Recuperò l'insetto e lo portò lontano da tutti, per lasciarlo libero in una zona isolata.
Tornò a casa da sola, nessun amico voleva accompagnarla ora che Luca c'è l'aveva con lei.
Quando aprì la porta sua madre era in cucina intenta a cucinare.
<<Mamma.>>
Si presentò davanti a lei con il viso pieno di lacrime.
Sua madre non disse nulla, si limitò a togliersi il grembiule e poi si inginocchio per abbracciarla.
Quel semplice gesto la calmo e grazie ad esso tornò ad essere più serena.
La portò su, a cambiarsi prima dell'arrivo di papà. Dopo di che aspettarono che arrivasse per accoglierlo come sempre insieme. Lui diede un bacio a tutte e due e poi si sedettero a mangiare.
Dopo cena la mamma aspetto che papà andasse a letto, troppo stanco quel giorno per resistere ancora, e si sistemò con Laura per parlare di cos'era successo.
Lei in parte aveva già dimenticato tutto. Durante la cena il papà non aveva fatto altro che raccontargli storie buffissime, e l'abbraccio ricevuto prima dalla mamma aveva già fatto passare gran parte del dolore.
Ma lo stesso si sforzò di raccontare a mamma ogni cosa.
Dopo aver finito disse.
<<Io odio Luca. E' un bullo e ci tratta sempre male.>>
La madre la blocco prima che potesse dire altro.
<<Su su tesoro. Non devi dire queste cose, odiare è sempre sbagliato.>>
Le diede un altro abbraccio, lei ricambiò la stretta. Contenta di essere al sicuro.

Il giorno dopo Laura stava tornando al parco. C'erano tutti tranne Luca. Lei all'inizio si sentì felice della cosa, si avvicinò agli altri e iniziò a giocare.
Dopo poco però, i ricordi del giorno precedente tornarono. E si senti sola in mezzo a quel gruppo di compagni.
Nessuno l'aveva difesa.
Senza dare nell'occhio si allontanò per restare sola.
Mentre passava vicino ad un cespuglio senti delle voci.
Guadando oltre vide Luca seduto accanto a due donne che parlavano. Lui fece per alzarsi ma una delle donne lo blocco.
<<Dove vai?>>
<<A giocare.>> Sembrava cosi diverso, cosi piccolo e spaventato.
<<Non vai da nessuna parte. Resta qui. Fra un po' arriva quell'idiota di tuo padre e ce ne andiamo.>>
<<Ma mamma.>>
La donna alzò la voce <<Zitto! E resta seduto.>>
Luca si sedette, ma si vedeva che non aveva voglia. Si vedeva anche che era pronto a piangere.
Laura resto ancora un po' a guardalo. Lo trovava molto diverso rispetto a com'era il giorno prima.
Qualche minuto dopo arrivò una macchina fuori dal parco, vicino al cancello. Iniziò a suonare e Luca e sua madre si alzarono per raggiungerla.
Mentre partiva Laura sentiva le voci dei genitori di Luca che litigavano, corse fino al cancello per vedere la macchina allontanarsi. Dal retro della macchina si vedeva la figura di Luca che teneva le mani sulle orecchie.  

Nei giorni seguenti al parco tutto tornò alla normalità. Sempre lo stesso gruppo continuava a giocare. Luca non sembrava cambiato. Dettava legge con la sua solita prepotenza.
Eppure Laura non lo odiava più. Anzi si sentiva triste per lui. 
Ogni tanto continuava a spiarlo dal suo cespuglio. Dato che quando non era a giocare con loro, era sempre seduto accanto a sua madre che lo costringeva a stare li con lei mentre aspettavano il padre.
Un giorno tra le tante conversazioni ascolto una in merito al suo compleanno.
<<Mamma vorrei una festa come regalo.>>
<<Non se ne parla, ti sei comportato male con i tuoi compagni di classe. Le altre mamme non vogliono nemmeno che giochi con i loro figli. Mi hai fatto escludere solo perché sei una piccola peste, come tuo padre. E poi non verrebbe nessuno.>>
Luca non disse nulla. Si limitò ad abbassare la testa e a piangere in silenzio.

Laura non sopportava quella situazione. Dopo quel giorno divenne sempre più gentile con Luca, che al contrario iniziava a chiudersi sempre di più.
Era meno scontroso con i compagni di giochi, ma quando si arrabbiava non esitava a picchiare tutti.

Il giorno prima del suo compleanno se ne stette da solo, non giocò con nessuno. Resto seduto a guardarli.
Laura soltanto fu scontenta di quel suo comportamento.
Quando torno a casa andò dalla mamma per chiedergli un favore.
<<Mamma ti ricordi di Luca?>>
<<Si certo. Che cosa è successo, avete litigato ancora?>>
<<No. E' solo che sono triste per lui. Avevi ragione a dire che non dovevo odiarlo.>>
Laura raccontò alla mamma ogni cosa. E in più gli disse come si sentiva. Lei non pensava che una mamma e un papà potessero trattare un figlio in quel modo. Ero molto triste, e lei lo era tanto.

Il giorno del compleanno di Luca andò come il precedente. Lui restava a fissare gli altri che giocavano. Poi decise di alzarsi e a quel punto Laura si avvicinò.
<<Luca verresti a casa mia un attimo. Mia mamma deve darti una cosa.>>
<<Cosa?>>
<<E' una cosa per tua mamma.>>
Laura sapeva che Luca non avrebbe rifiutato un invito come quello.
<<Ok, ci vengo ma non dirlo agli altri.>>
Senza farsi notare andarono insieme a casa di Laura, che sembrava molto felice.
Appena Laura aprì la porta Luca si sorprese.
C'erano dei palloncini in casa.
Laura lo prese per mano e lo portò in cucina. Li la mamma di Laura stava mettendo una torta sul tavolo. Appena lo vide si fermò.
<<Tu devi essere Luca. Tanti auguri mio caro.>>
<<E' vero tanti auguri Luca.>> Laura gli salto al collo per dargli un abbraccio.
<<Allora siediti, ci mangiamo la torta. E' il nostro regalo. Oltre alla festa, anche se saremo solo in tre. Poi arriva anche mio marito così non sarai il solo maschietto.>>
Luca non ci stava credendo.
Per la prima volta in vita sua pianse dalla gioia.

Dopo quel giorno Luca cambiò. Lui e Laura divennero migliori amici. Gli altri non capirono mai come mai fosse cambiato. Ma non si lamentarono, anzi ne furono felici.

Luca da bullo divenne il loro difensore. Ogni tanto era cupo, ma quando arrivava al parco dopo un poco giocando con Laura e i suoi amici tornava a ridere. 

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